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Punta Perotti Bari

10. Mostra Internazionale di Architettura : Città, Architettura e società (2006)

Città di pietra – Progetto Sud

“Progetto Sud”, cuore della mostra “Città di pietra” a cura di Claudio D’Amato Guerrieri, nell’ambito del progetto “Sensi Contemporanei” della 10. Mostra internazionale di architettura.

 

Premio

Leone di pietra a Adolfo Natalini

Date:

2005

Category:
Concorsi
LOCATION:
Bari
GRUPPO:
Progettista: Adolfo Natalini - Collaboratori: Lapo Galluzzi, Enrico Nieri, Saverio Pisaniello, Franco Puccetti
ABSTRACT:
Ri-pensare Punta Perotti provoca un cortocircuito del tempo, troppe e simultanee le “immagini” ed i “suoni” che si affollano nel pensiero. Costruzione e distruzione, coppia antinomica di azioni legate insieme dalla ciclicità del tempo architettonico, ma anche atti risarcitori di una “offesa” subita ed a volte forse provocata; quindi trovare, dalle macerie di una “tragedia” interna alla contemporaneità violentata, le risorse e l’orizzonte di una nuova possibile prospettiva. Forse da qui, da un atto semplice nasce una nuova-antica figura, ripetizione e differenza di spazi commisurati alla dimensione di un vivere collettivo e pertanto “sacro”. Comunità che si manifesta nel desiderio di fondazione, delimitando e tracciando sul luogo della “battaglia” un nuovo limite, confine permeabile alle differenze siano esse laico che religiose, permeabilità ai divergenti percorsi dello spirito e della vita. Memorie di città della storia, di spazi che affiorano dalla coscienza profonda di un pensiero che qualcuno ha definito “meridiano”, ma anche spazi fatti di luce e di variazioni atmosferiche, di materiale compatto e duro come la pietra come di acquei riflessi. Il progetto sceglie di concentrare le richieste del programma in un unico sistema. Il susseguirsi dell’auditorium, dell’albergo, della scuola teologica, del convento per terminare nella chiesa unica e duplice della cristianità cattolico-ortodossa, configura uno schema lineare a corti che permette di recuperare la gran parte della superficie dell’area di intervento a parco oltre che ad ampliare lo spazio della spiaggia. Un sistema morfo-tipologico semplice e complesso dove la misura moltiplica le relazioni tra interno ed esterno. Lo schiacciamento al suolo dei volumi (compresi in massimi nove metri di altezza) pone la chiesa su di un vero e proprio podio “acropolico”, accessibile dalla Via Sacra che sale con una pendenza molto lieve percepibile più al cammino che alla vista. Inoltre lo sviluppo lineare della costruzione concorre, sia alla definizione di un limite urbano alla edificazione-diffusa del quartiere Japigia, sia al completamento della città compatta novecentesca del Lungomare.
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