Nuovo centro visitatori per il Campo di Fossoli (MO)
«Il testo è un oggetto feticcio e questo feticcio mi desidera. Il testo mi sceglie attraverso una disposizione di schemi invisibili, di cavilli selettivi: il vocabolario, i riferimenti, la leggibilità [….], perduto in mezzo al testo(non dietro, quasi un dio da macchinario) c’è sempre l’altro , l’autore».R. Barthes, il piacere del testo, (Trad. It. Lonzi L.), Torino , Enaudi 1999
Il paesaggio è un testo scritto che necessita di essere letto anche quando parte della sua scrittura sembra essere scomparsa; è questo il caso del Campo di Fossoli che con i suoi ruderi e la rinaturalizzazione in atto pare celare la stratificazione delle memorie.
Il paesaggio è testo, il paesaggio ha dietro di sé il suo autore (è l’uomo, è la natura), il paesaggio è, dunque, progetto. Non dimenticando che esso è «in ogni luogo un elemento importante della qualità della vita delle popolazioni: nelle aree urbane e nelle campagne, nei territori degradati come in quelli di grande qualità, nelle zone considerate eccezionali come in quelle della vita quotidiana» (CEP 2000, Preambolo), riteniamo che nel Campo di Fossoli la qualità vada ricercata nell’intreccio del suo passato storico, dove ha predominato l’azione dell’essere umano, e del suo presente quale rifugio per la biodiversità: un’armonica convivenza fra esseri viventi e costruito.
All’interno di un approccio ecosistemico del progetto, gli spazi erbati e rasati del lotto di progetto fanno affiorare due campi fioriti, trasposizione areale dei servizi che ritmavano la sequenza baracche dormitorio–servizi dei due Campi. In questa poetica trasposizione dell’immagine, anche di quella silente, le funzioni del contemporaneo sono individuabili nei ponticelli e nelle pedane che attrezzano il boschetto.Il concept architettonico è basato sulla valorizzazione e sulla conservazione dell’esistente.
Date:
2020